Era il 4 novembre 1910 quando decisi di andare con la bicicletta a casa dei miei genitori. Non vedevo l’ora di raccontare il fatto strano avvenuto in casa mia qualche giorno fa.

Una volta arrivata, entrai in casa e i miei genitori, che non mi vedevano da un paio di giorni, mi abbracciarono sollevati e, vedendomi turbata, mi offrirono una tazza di tè. A quel punto presi un bel respiro e iniziai  a spiegare dettagliatamente l’accaduto: “Voi non sapete cosa è successo a casa mia domenica scorsa mentre ero qui! Dei poco di buono si sono intrufolati nella villa e l’hanno devastata rompendo un oggetto per ogni stanza e allagando la cantina di vino! Appena ho visto quel disastro ho sentito il cuore in gola  e avevo paura di stare da sola, pertanto ho mandato Filomena ad avvisare Emilio!”.

Mio papà affermò: “Ero lì quando la cameriera è venuta a chiamare Emilio e io gli ho consigliato di farsi accompagnare da Gino e Michele e tornare in fretta a casa! Io intanto sono andato ad avvisare i carabinieri e li ho accompagnati alla villa con la Frerina.”

“Grazie per averli fatti arrivare in fretta così hanno potuto immediatamente ispezionare la casa! Anche perché io ho avuto un mancamento ed Emilio ha dovuto soccorrermi!”.

A quel punto mia mamma, preoccupata, esclamò: “Oh Sofia! Ora stai bene? Avete chiamato un dottore?”

“Ma no mamma! Anzi, mi sono ripresa subito, abbiamo accompagnato il brigadiere Petucco e l’appuntato Verdin a ispezionare la villa!”.

I carabinieri ci chiesero se mancasse qualche oggetto e noi abbiamo fatto presente che non eravamo ancora riusciti a controllare nelle varie stanze della casa.

I militari si domandarono come i malviventi fossero entrati e quindi iniziarono a ispezionare la villa con il nostro aiuto, alla ricerca di indizi: “Oh perbacco!” esclamò il Verdin “che disastro! So che è difficile, ma notate qualcosa di strano a parte la rottura degli oggetti?”

“No, in effetti non manca nulla” replicai. Il brigadiere Petucco mi lesse nel pensiero e disse: “ Strano che non abbiano rubato niente!”

All’improvviso Emilio esclamò:” Ma non sentite anche voi un forte odore di vino? Andiamo a controllare!”. Tutti insieme ci fiondammo in cantina e lì ci trovammo davanti a un lago di  Bonarda. Vedendo quello scempio mio marito disse: “Povero me, cosa offrirò al Bernacchi sabato sera a cena?” 

Il brigadier Petucco, con la sua solita gentilezza, cercò di consolarlo: “Stia tranquillo, troveremo una soluzione anche per questo ma ora continuiamo le indagini!”. Allora ripresero le ricerche e trovarono un vetro spaccato in un bagno, insieme a dei flaconi di profumo. “Oh no! Mi hanno rotto i flaconi di profumo che Emilio mi aveva portato da Pechino! Che profumo metterò quando arriverà la signora Bernacchi a cena? Volevo proprio fare colpo su di lei per una volta che avevo qualcosa di esclusivo!”.

“Guarda che è molto peggio avere una botte di buonissimo vino rotta che non un flacone di profumo!”. Petucco subito esclamò: “Smettetela adesso! Pensiamo a cose serie! Piuttosto, guardate quella finestra rotta! I vetri sono all’interno della stanza, quindi il ladro è entrato dal giardino in questo punto”. Tutti insieme ci recammo in giardino per cercare delle tracce, ma non trovammo nessun indizio utile. 

Una volta scoperto come i ladri si fossero intrufolati in casa ed aver controllato ogni stanza, il lavoro dei carabinieri era finito. 

A questo punto al brigadiere Petucco venne l’idea di andare dai vicini a chiedere se avessero visto qualcosa. Rimase con noi solo il vice maresciallo Verdin a controllare che non ci fosse nessuno in giro per la casa. Mi sono sentita sollevata perché la situazione era più tranquilla. Allora mi sono sdraiata sul divano e ho chiesto a Filomena se mi preparava un bel the caldo con un biscotto. Quando me lo portò notai che, mentre reggeva il vassoio, tremava tutto; le chiesi se stesse bene e cercai di tranquillizzarla perché la vedevo un po’ preoccupata. Emilio, intanto, con il cuore affranto, andò insieme a GianPaolo e GianFranco a pulire il disastro in cantina. 

Quella sera eravamo molto stanchi quindi ci infilammo a letto quasi subito se non che, a notte fonda, Filomena spalancò la porta  e piombò nella stanza urlando che aveva visto delle ombre aggirarsi nel giardino. Emilio si alzò di scatto dal letto e andò a frugare nel baule tirando fuori il fucile. Corse subito alla finestra e cominciò a sparare a destra e sinistra per mettere in fuga i malfattori. Mandammo subito GianPaolo a casa di Petucco per chiamarlo.

Io e Emilio appena sentimmo il campanello, andammo alla porta e quando l’aprimmo trovammo il brigadiere. Era con il cappellino da notte! Così, senza perdere tempo gli indicammo il punto in cui Filomena aveva avvistato i malfattori. Quindi egli andò a controllare con fare triste, vista la tarda ora. Non trovò nessuno e tornò a casa assicurandoci che non ci fosse anima viva in giardino….

Chi sarà mai stato? Provate a indovinarlo voi nei commenti!